Nei Principi Fondamentali della Costituzione sono fissate le fondamenta del nostro Stato: la sovranità popolare e l'ordinamento democratico, l'uguaglianza di tutti di fronte alla legge, l'affermazione della libertà degli individui e il riconoscimento dell'importanza del lavoro come mezzo di realizzazione dei singoli e di progresso per l'intero Stato.
Risulta evidente che i padri costituenti ritenevano fondante la garanzia di un’ampia libertà conferita alle diverse collettività territoriali nel perseguimento e nella gestione di interessi locali, mediante il riconoscimento di una posizione di autonomia in favore dei rispettivi enti esponenziali.
A tal proposito vogliamo porre l'accento su un principio fondamentale che sancisce tale esercizio...
"Il principio autonomistico" è elevato a principio fondamentale dell’ordinamento costituzionale. Esso denota la lungimiranza e la consapevolezza che i nostri costituenti riponevano sul nodo stato-enti locali, sapendo per certo che sarebbe stato elemento centrale nel dibattito politico, e avrebbe condizionato l’intero ordinamento giuridico.
Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
L’articolo 5 disegna un sistema di livelli (Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato - art. 114) di governo composti dagli enti locali capaci di dotarsi di un proprio indirizzo politico e amministrativo il più vicino possibile al cittadino con un autonomia anche finanziaria. Il contenuto della sfera di autonomia che genericamente l’articolo 5 riconosce a tutti gli enti locali, è poi precisato nel Titolo V della Parte seconda della Costituzione.
In questi anni ci troviamo in un momento storico importante in cui l’Italia partecipa a due fondamentali processi:
e, contemporaneamente,
Vogliamo ricordare anche, che con la riforma del 2001 si è lavorato in tal senso introducendo un altro importante concetto fondamentale: la sussidiarietà verticale ed orizzontale.
Che cosa significa sussidiarietà?
Che nello svolgimento delle funzioni pubbliche si preferisca l’ente più vicino ai cittadini (s. verticale) e che si lasci che siano i privati a svolgere alcune funzioni al posto del pubblico, lasciando a questo ultimo il compito di fissare i parametri con cui il privato eroga le funzioni pubbliche e il sistema di controllo. (s. orizzontale).
A fronte di questa breve disamina sull'osservanza alla costituzione, possiamo affermare che il Veneto, oggi con il suo PTRC di nuova adozione (contenuta nella variante adottata dalla Giunta Regionale DRG 427/2013), stia operando nel rispetto della volontà dei costituenti?
Prima di dare una risposta proviamo a leggere l'articolo 38 e l'articolo 72 bis in esso contenuto.
ARTICOLO 38 - Aree afferenti ai caselli autostradali, agli accessi alla rete primaria alle superstrade e
alle stazioni SFMR
ARTICOLO 72 bis - Adeguamento degli strumenti territoriali e urbanistici e misure di salvaguardia
Possiamo affermare che il Veneto stia operando nel rispetto della volontà dei costituenti?
La risposta è NO, non si sta rispettando la Costituzione, anzi si sta operando in senso opposto violandone quindi i principi fondamentali.
Emerge chiaramente che la norma in capo al 38, se esercitata dalla Regione, consentirebbe alla stessa di violare il principio fondamentale di decentramento amministrativo, sancito dall'art. 5 della Costituzione, per attuare, invece, un "principio" inverso, ossia l'accentramento amministrativo, che si vuol addirittura esercitare con imposizione, grazie alla norma del 72bis.
A questo punto parlare di solo "vincolo di esproprio" è riduttivo, in quanto non si tratta più di sola sottrazione di aree territoriali ai comuni, ma l'esercizio dei poteri conferiti alla Regione attraverso il 38 e il 72bis, consente di alzare il livello di allarme e chiamare in causa l'incostituzionalità.
Stiamo assistendo ad una progressiva azione centralistica che mira a spogliare dei poteri legislativi e amministrativi i Comuni, saltando di fatto il sistema di livelli, che per volere dei padri costituenti, erano stati studiati a garanzia di un decentramento decisionale il più vicino possibile al cittadino.
LABC in collaborazione con L'ECO DALLE TERRE in questi mesi si sta adoperando per promuovere una campagna informativa con le amministrazioni territoriali e consiglieri comunali, attraverso la mozione, affinchè si adoperino per promuovere un'azione condivisa mirata ad essere parte attiva nella messa a punto del PTRC Regionale, operando in un'azione di revisione di tutte quelle norme che disegnano una situazione fortemente contrastante con l'indirizzo "Tutela del Paesaggio" che il piano ha indicato nell'assunzione della variante. E' indispensabile un'azione comune, singole attività rischiano di cadere nel nulla. Gli enti uniti posso farsi promotori verso la Regione di uno studio urbanistico realmente rispondente alle esigenze del territorio, attuando la forma di decentramento come indicata e voluta dall'art. 5 della Costituzione.